La Forra del torrente Callora

Questa forra è un itinerario torrentistico abbastanza facile, molto divertente ed acquatico, durante il quale è possibile effettuare numerosi tuffi in enormi vasche d’acqua. A dominare la forra ci sono i ruderi del Castello di Roccamandolfi, ma ciò che la contraddistingue da tutte le altre è il modernissimo ponte tibetano in corde d’acciaio, che potrà eventualmente essere attraversato per iniziare la discesa in forra e che permette di ammirarne una parte dall’alto. Un itinerario da non perdere.

Torrentismo nel Matese

La forra si trova all’interno della Riserva Naturale Torrente Callora, un’area protetta della regione Molise. Si tratta di un’area molto piccola (solo 50 ettari), che cade nel territorio del Comune di Roccamandolfi, in Provincia di Isernia, sul versante nord del massiccio del Matese, ai piedi del Monte Miletto.

Forra del Callora: caratteristiche generali

La forra inizia subito con una serie di calate con un altezza massima di 10 mt, alcune di esse anche superabili in disarrampicata, superata la parte iniziale che spesso è asciutta si entra nel ramo principale dove il panorama cambia la gola diventa più ampia ricevendo molta più acqua e la progressione diventa prevalentemente acquatica con possibilità di tuffi fino a 10 mt di altezza e di scivoli d’acqua, un vero acquafan naturale.

Difficoltà della forra: MEDIA

La Forra del Callora non è affatto impegnativa, né dal punto di vista tecnico e tantomeno da quello fisico, e può quindi essere definita sostanzialmente facile, ma non è adatta a  chi non ha una buona acquaticità, La progressione in forra non supera in genere le 3 ore, ma molto dipende dalle persone che ogni volta vanno a formare il gruppo dei partecipanti, ognuna delle quali potrebbe avere predisposizioni diverse nell’affrontarlo. In ogni caso tendiamo a formare gruppi omogenei, basandoci o sulla nostra conoscenza personale dei partecipanti, oppure su quanto essi ci dicono riguardo a precedenti esperienze di canyoning e riguardo alla loro condizione fisica.

Da precisare che tra le possibili cause di rallentamento c’è anche l’eventuale presenza di altri gruppi di torrentisti, che potrebbero procedere più lentamente rispetto ai tempi medi di percorrenza.

Noi di Madmad Canyoning proponiamo questa forra da maggio, ed organizziamo le uscite formando gruppi con un numero minimo di 8 partecipanti. La loro età deve essere compresa tra i 18 e i 65 anni.

FORRA DEL CALLORA: SCHEDA TECNICA

  • Avvicinamento:  10 minuti
  • Progressione forra:  2 h e 30 minuti
  • Ritorno alla macchina:  00 minuti
  • Tempo totale:  circa 3 h
  • Altitudine in entrata:  930 metri s.l.m.
  • Altitudine in uscita:  790 metri s.l.m.
  • Dislivello:  140 metri
  • Lunghezza percorso:  1,000 km
  • Difficoltà:  2
  • Numero calate con corda:  8
  • Altezza massima calata:  10 metri
  • Cascate d’acqua:  sì
  • Cascata più alta:  10 metri
  • Possibilità di tuffi:  sì
  • Corridoi allagati:  no
  • Toboga:  sì
  • Necessario saper nuotare:  sì
  • Necessario esperienze precedenti:  no
  • Praticabile da:  inizio aprile a luglio
  • Nostre uscite: da maggio a luglio
  • Lo consigliamo a: tutte le persone con una buona acquaticità, anche neofiti

QUANTITÀ DI ACQUA NELLE FORRE

Riguardo alla quantità di acqua presente nelle forre, precisiamo che nei mesi durante i quali organizziamo le uscite questa quantità dipende dal bacino di raccolta idrico o dal nevaio da cui proviene l’acqua (accumulo invernale). Le indicazioni riportate nella scheda tecnica si riferiscono quindi ad una presenza di acqua normalmente prevedibile, ma che può variare di stagione in stagione.

Negli stessi mesi la portata media dell’acqua può inoltre subire possibili aumenti giornalieri, dovuti a rovesci temporaleschi. Nel caso di aumenti eccessivi, che possono alterare il livello di difficoltà della forra indicato nella scheda tecnica, ci riserviamo il diritto, a tutela della vostra e nostra sicurezza, di rimandare l’uscita in una data diversa da quella concordata.

Per chi abita a Roma la Forra del Callora si trova a 186 km di distanza dall’uscita Roma-Napoli del G.R.A. Forse sono un po’ troppi per pensare di fare qualcosa da quelle parti dopo aver trascorso parte della giornata facendo torrentismo e dover poi tornare a casa, soprattutto se consideriamo che nelle immediate vicinanze non ci sono abbazie, musei ed edifici storici da poter visitare. Ovviamente ci sono i ruderi del Castello di Roccamandolfi, praticamente a due passi, ma a parte questo non c’è altro. Possiamo però suggerirvi qualcosa per il giorno dopo, nel caso decidiate di trascorrere lì in weekend.

BAGNOLI DEL TRIGNO

Prima di parlarvi di questo Comune dobbiamo precisare una cosa. A parte andare alla Forre del Callora, per quanto riguarda il Molise è una regione che non conosciamo, non ci siamo mai stati. Mentre cercavamo sul web qualcosa di interessante da proporvi, e di cui parlare, abbiamo trovato un sito che ha pubblicato la foto qui n basso e che ci ha colpito molto per la presenza di questo sperone roccioso così frastagliato, alla base del quale si è sviluppato il paese, e sulla cima del quale c’è un vecchio castello.

Si tratta del Comune di Bagnoli del Trigno, che si trova a 52 km da Roccamandolfi, e stando a Google Maps ci vogliono circa 55 minuti per arrivarci. La foto è stata gentilmente concessa da altosannio.it

Riguardo a questo paese vi riportiamo e riassumiamo parte del testo che abbiamo trovato a questo link (bagnolideltrigno.com – ora non più attivo).

“Bagnoli del Trigno è situato a 660 metri nella parte più bassa e 783 metri in quella più alta, sul livello del mare, a ridosso di un massiccio roccioso che si staglia tra il fiume Trigno e il torrente Vella. Le due altimetrie del paese portano alla scissione sociale e culturale del paese in due zone distinte, la Terra di sotto e la Terra di sopra. Localmente è chiamato La Preta e il suo aspetto suggestivo e caratteristico gli hanno fatto meritare l’appellativo di Perla del Molise. Cercare l’origine degli antichi nomi Balneoli o Bagnuolo sembra un’ardua impresa. Non si hanno infatti fonti storicamente attendibili e per questo bisogna lasciare la questione avvolta di misteri. Si può in ogni modo risalire all’origine dell’appellativo del Trigno.  Questo fu infatti istituito con un decreto del 1863 per distinguere il comune molisano da altri omonimi sparsi nel Regno d’Italia. Il comune non ha un vero e proprio stemma storico ed ha rischiato di spopolarsi completamente nel 1532, quando la popolazione toccò la punta minima di ventisette abitanti. Sulle origini del paese si sa poco. Si ricorre, in genere, a tre differenti leggende. La prima vuole che il borgo sia stato edificato da un nobile cavaliere romano il quale era solito bagnarsi là dove le acque del Trinum (l’odierno fiume Trigno) sono più ricche di minerali. Una seconda leggenda vuole che le prime abitazioni sorgessero intorno ad un complesso termale, da cui appunto il nome Balneoli, rispolverato anche in occasione di rievocazioni storiche. La terza fa risalire l’origine al periodo delle invasioni barbariche, quando due tribù per motivi di sicurezza si rifugiarono sotto La Preta, edificando il primo agglomerato di case che poi diverrà il rione di Santa Caterina (il più antico). Le prime notizie documentate dell’attuale abitato risalgono al Medioevo, con le dominazioni longobarde, normanne e sveve, quando il feudo apparteneva ai Conti di Molise. Carlo I d’Angiò offrì il paese a Riccardo di Montefuscolo, alla cui famiglia rimase fino al XIV secolo. Tra il 1309 e il 1415, Bagnoli è degli Stendardo, dei Cantelmo, dei Trinci e dei Mormile. Successivamente passa ai d’Aquinio e ai d’Avalos. Nel 1520 Ferrante d’Avalos la vende ad Antonio Sanfelice. A seguire Bagnoli subisce le vicissitudini della zona, fino al Regno di Napoli e all’Unità d’Italia.”

A quanto sembra durante il novecento il paese ha visto un forte spopolamento a causa dell’emigrazione, soprattutto in direzione di Roma, dove molti bagnolesi svolgono attualmente il lavoro di tassisti, e da una ricerca che dovrebbe essere stata effettuata dall’associazione Forche Caudine, nel 2013 vivevano più bagnolesi nella capitale (circa un migliaio) che nel paese d’origine.

Per ultimo, a Bagnoli del Trigno è interessante visitare la Chiesa di San Silvestro e il Castello di Sanfelice (quello che si vede nella foto che abbiamo pubblicato).

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