Il Fosso di Riancoli

Il Fosso di Riancoli è uno degli itinerari torrentistici più conosciuti e frequentati del Lazio. Si tratta infatti di una forra molto facile e divertente, che oltre a far venire la voglia di tornarci ancora e ancora, viene spesso utilizzata dagli operatori di settore per iniziare al torrentismo ricreativo quei clienti che si avvicinano per la prima volta a questo genere di attività. C’è però da precisare che la caratteristica principale di questa forre è la presenza di grandi vasche d’acqua che vanno attraversate a nuoto. Questo non significa che il Fosso di Riancoli è adatto solo a chi sa nuotare, ma sicuramente non è adatto per tutte quelle persone che non si trovano a proprio agio con l’acqua fonda. A tale riguardo facciamo presente che la muta utilizzata durante la discesa dei torrenti è più che sufficiente, da sola, a farvi galleggiare, e questo vi permetterà di affrontare le vasche in totale sicurezza e rilassatezza, ma in ogni caso, su richiesta, vi forniremo di un giubbotto salvagente.

Torrentismo vicino Rieti, al confine tra Lazio e Abruzzo

Questo fosso si trova all’interno della Riserva Naturale Regionale dei Monti Navegna e Cervia (Regione Lazio), e per arrivarci bisogna dirigersi verso Collalto Sabino, un piccolo comune della provincia di Rieti.

Forra di Riancoli: caratteristiche generali

Questo itinerario torrentistico si sviluppa su una lunghezza di 2,2 km, che lo rendono una delle forre più lunghe tra quelle proposte dalla nostra associazione. Inizialmente appare come ruscello che non lascia immaginare grande divertimento, ma tempo qualche centinaio di metri, ed ecco che iniziano i primi tuffi, oltre i quali la forra si trasforma in uno stretta gola dove l’acqua aumenta di portata e velocità e dove inizia il vero divertimento. A partire da questo momento è infatti un susseguirsi di piccole cascate (molte delle quali superabili con tuffi), toboga (scivoli d’acqua), e vasche di acqua che in alcuni casi possono essere anche molto grandi e lunghe. Da precisare che prima di tuffarsi è sempre bene sentire la guida, il rischio è che ci possano essere tronchi e rami sommersi.

Difficoltà della forra: MEDIA

Come dicevamo sopra si tratta di una forra sicuramente facile, e qui aggiungiamo perché priva di difficoltà tecniche, generalmente legate a calate molto alte e passaggi particolarmente esposti, che in questo caso sono totalmente assenti. La forra ha uno sviluppo che potremmo definire orizzontale, ed è particolarmente adatta ai neofiti, purché sappiano appunto nuotare o abbiano una buona acquaticità.

La progressione in forra non supera in genere le 4 ore, ma molto dipende dalle persone che andranno a formare il gruppo dei partecipanti, ognuna delle quali potrebbe avere predisposizioni diverse nell’affrontarlo, soprattutto se neofite. In ogni caso tendiamo a formare gruppi omogenei, basandoci o sulla nostra conoscenza personale dei partecipanti, oppure su quanto essi ci dicono riguardo a precedenti esperienze di canyoning e riguardo alla loro condizione fisica.

Da precisare che tra le possibili cause di rallentamento c’è anche l’eventuale presenza di altri gruppi di torrentisti, che potrebbero procedere più lentamente rispetto ai tempi medi di percorrenza.

Noi di Madmad Canyoning proponiamo questa forra da aprile a giugno, ed organizziamo le uscite formando gruppi di persone con un’età compresa tra i 16 e i 65 anni.

FORRA DI RIANCOLI: SCHEDA TECNICA

  • Avvicinamento:  0 minuti
  • Progressione forra:  2 h e 30 minuti
  • Ritorno alla macchina:  10 minuti
  • Tempo totale:  circa 3 h
  • Altitudine in entrata:  710 metri s.l.m.
  • Altitudine in uscita:  570 metri s.l.m.
  • Dislivello:  140 metri
  • Lunghezza percorso:  2,000 km
  • Difficoltà:  1
  • Numero calate con corda:  2
  • Altezza massima calata:  12 metri
  • Cascate d’acqua:  sì
  • Cascata più alta:  12 metri
  • Possibilità di tuffi:  sì
  • Corridoi allagati:  sì
  • Toboga:  sì
  • Necessario saper nuotare:  sì
  • Necessario esperienze precedenti:   no
  • Praticabile da:  aprila a giugno
  • Nostre uscite:  da aprile a giugno
  • Lo consigliamo a: tutti, anche neofiti

 

QUANTITÀ DI ACQUA NELLE FORRE

Riguardo alla quantità di acqua presente nelle forre, precisiamo che nei mesi durante i quali organizziamo le uscite questa quantità dipende dal bacino di raccolta idrico o dal nevaio da cui proviene l’acqua (accumulo invernale). Le indicazioni riportate nella scheda tecnica si riferiscono quindi ad una presenza di acqua normalmente prevedibile, ma che può variare di stagione in stagione.

Negli stessi mesi la portata media dell’acqua può inoltre subire possibili aumenti giornalieri, dovuti a rovesci temporaleschi. Nel caso di aumenti eccessivi, che possono alterare il livello di difficoltà della forra indicato nella scheda tecnica, ci riserviamo il diritto, a tutela della vostra e nostra sicurezza, di rimandare l’uscita in una data diversa da quella concordata.

All’inizio di questa pagina abbiano citato la Riserva Naturale Regionale dei Monti Navegna e Cervia e il Comune di Collalto Sabino. Per quanto riguarda la prima si tratta di una riserva naturalistica molto bella, sulla quale vogliamo fornirvi delle informazioni di base. Per il secondo ci limitiamo a dirvi che si trova a 980 metri s.l.m. ed è considerato uno dei borghi medioevali più belli ed intatti d’Italia, e pertanto vi suggeriamo di visitarlo.

LA RISERVA NATURALE REGIONALE DEI MONTI NAVEGNA E CERVIA

Iniziamo con dire che questa riserva tutela un vasto territorio della Catena dei Monti Carseolani, un modesto gruppo montuoso del Lazio compreso tra il Lago del Turano, (che in parte lo lambisce) ed il Lago del Salto, distante una dozzina di km. La Riserva, istituita nel  1988, ed ampliata nel 1997, è divisa in due parti di differente grandezza. La più grande comprende i monti Navegna , Filone, Cernia e S. Giovanni (i primi due sono separati dal Cernia dal Fosso dell’Obido, mentre  il Cernia è separata dal S. Giovanni dal Fosso di Riancoli). La parte più piccola è invece costituita dai rilievi che circondano il paese di Nespolo. una parte dei quali segna un tratto del confine con l’Abruzzo.

Dal punto di vista naturalistico questa riserva offre al visitatore il classico ambiente boschivo dell’Appennino centrale, suggestivo ed incontaminato. Oltre alle splendide faggete che in genere caratterizzano questo ambiente, ci sono anche le cerrete e boschi misti con prevalenza di Carpino Nero. E poi ci sono il carpino bianco, l’acero di monte e la roverella. A tutti questi si aggiungono ampie aree di castagneti, con esemplari che raggiungono dimensioni anche notevoli, e boschi di pioppo bianco e di salice comune. Il tutto è diversamente distribuito a seconda dei versanti dei rilievi e delle altitudini.

Per quanto riguarda la fauna, questa riserva è caratterizzata da una biodiversità molto importante.

Tra gli uccelli che vivono in questa riserva naturale, ovviamente divisi tra le varie tipologie di habitat, ci sono il Picchio rosso maggiore, il Picchio verde, il Picchio muratore, la Tordella, la Ghiandaia, il Rampichino comune, il Luì piccolo, la Cincia bigia, l’Aquila reale, il Falco pellegrino, il Corvo imperiale, il Picchio muraiolo, la Tottavilla, il Calandro, l’Averla piccola, il Culbianco, il Merlo acquaiolo, lo Sparviere, il Biancone, il Falco pecchiaiolo, la Poiana, il Gheppio, l’Allocco, la Civetta e dal Barbagianni.

Tra i mammiferi presenti nell’area c’è il Lupo, la Martora, la Faina, la Puzzola, il Tasso, la Volpe, il Gatto selvatico, il Cinghiale, il Capriolo, più raramente il Cervo e l’Orso bruno marsicano. Mentre tra i roditori ci sono lo Scoiattolo, il Moscardino, il Ghiro, il Topo quercino, il Topo selvatico, e l’Istrice.

Chiudono questo elenco 14 specie di pipistrelli, ed ovviamente alcune specie di anfibi e rettili.

Per chi volesse fare del trekking, nella riserva ci sono almeno una ventina di sentieri di durata variabile, che vengono dati da un minimo di 30 minuti ad un massimo di 5 ore e mezza, e con difficoltà in prevalenza facile e medio-facile.

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